Svolta nell’inchiesta sulla morte di Alice Scagni: indagati due medici e un poliziotto con l’accusa di presunta omissione di soccorso.
Continuano le indagini per la morte di Alice Scagni, la giovane di Genova uccisa sotto casa da suo fratello, Alberto Scagni. Gli inquirenti procedono per omissione d’atti d’ufficio e omessa denuncia. Da diverso tempo i genitori della vittima hanno chiesto aiuto segnalando le condizioni di salute instabili di Alberto Scagni.
Secondo quanto emerso dall’attività investigativa, pare che Alberto soffrisse di gravi problemi psichiatrici. Faceva utilizzo di sostanze stupefacenti ed assumeva psicofarmaci. Adesso, alla luce di queste informazioni, gli inquirenti stanno concentrando le indagini nei confronti di tre persone che dovranno rispondere al reato di presunte omissioni di soccorso.
Gli iscritti nel registro degli indagati
I tre sospettati sono due poliziotti e un medico del servizio Salute mentale. Gli inquirenti procedono per omissione d’atti d’ufficio e omessa denuncia. Durante i giorni scorsi, il perito del gip aveva dichiarato Alberto Scagni semi infermo di mente. Secondo la Procura, invece, Alberto al momento dell’omicidio sarebbe stato capace di intendere e di volere. Sostengono il contrario i genitori.
Anche i vicini di casa di Alberto avevano segnalato la sua situazione al personale competente: i problemi psichiatrici del fratello della vittima non erano una novità anche per i vicini. Adesso l’accusa indaga nei confronti dei medici che avrebbero preso tempo in seguito alla segnalazione della condizione di Alberto.
Gli agenti invece non sarebbero intervenuti il giorno dell’omicidio, prima che avvenisse, nonostante le segnalazioni della famiglia. Fabio Anselmo, il legale che si sta occupando della morte di Alice, ha dichiarato: “La notizia che finalmente ci sono tre indagati sulle omissioni gravi che si sono manifestate in questa drammatica vicenda non può non farmi piacere. È un primo passo verso l’accertamento della verità. Auspico che venga iscritta la denuncia che abbiamo fatto per omicidio in conseguenza di altro reato e, cioè, di quelle omissioni”.